aspettando “Cuscusu”

Le domeniche del cuscus erano di certo le più attese di tutta la mia infanzia.

cuscusu cous cous trapani

La sveglia all’alba per andare al mercato del pesce a scegliere il meglio per il brodo, le preghiere alla mamma per poter “incocciare” con le mie stesse manine (di allora) la semola che sarebbe poi diventata quella prelibatezza che è il cuscus, preghiere non accolte se non fino a una certa età che avrebbe garantito la sapienza del gesto. Dovevo quindi “accontentarmi” di versare l’acqua con accuratezza, la giusta quantità che non fosse mai troppa, durante quello che era per me il momento più magico di tutta la preparazione, perché la semola deve idratarsi poco per volta e rimanere umida, mai bagnata. Un compito di responsabilità!

Un certo fascino lo riscuoteva indubbiamente anche il momento del far “riposare” il cuscus per due ore dopo la cottura che in genere è della durata di altre due ore. Le attese accrescono il desiderio e il cuscus si fa attendere e desiderare come quando si decide di lavorare con la fotografia in analogico e si freme aspettando lo sviluppo e la stampa delle pellicole.

Quelle due ore di riposo gli conferiscono un arricchimento di odori e sapori che non deluderanno le aspettative riposte durante l’attesa.

Il cuscus di pesce è una specialità tutta trapanese ma, è risaputo che il cuscus di carne o di verdure sia una pietanza di origini magrebine e diffusa poi anche nell’Africa occidentale, in Francia (in cui è il secondo piatto preferito dai francesi), in Belgio, nel vicino oriente e in Giordania, Libia e Palestina.

Dal 16 al 19 Giugno grazie a “Cuscusu” magnifico evento che si snoderà per le stradine del centro storico di Trapani potrete respirare, vivere e mangiare (soprattutto!) quella magia che provavo da bambina mescolandovi alle nostre tradizioni, le nostre usanze, i nostri sapori e l’anima stessa di Trapani.

Articolo e disegno di Tiziana Sansica

Il cous cous a Trapani si chiama “cuscusu”

Share FacebooktwittermailFacebooktwittermail