Chiese di Trapani
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E' doveroso fare una precisazione a proposito delle chiese di Trapani: gli orari di apertura cambiano spesso, ancor più frequentemente invece restano semplicemente chiuse.
Lo staff di Trapani: istruzioni per l'uso, si impegna ogni anno a fare il "giro delle chiese" per carpire quante più informazioni in merito, e rinnova il suo impegno a tenere puntualmente aggiornato il sito per riuscire a notificarne le novità.
La loro visita però vale il tentativo, e del resto, trovandosi quasi tutte in pieno centro storico, non si parla nemmeno di un vero e proprio sforzo: basta approfittare della loro eventuale apertura durante una passeggiata, oppure cercare di incrociare gli orari delle messe (quanto meno di quelle chiese attive in tal senso).
CHIESA DEL PURGATORIO
Edificata nel 1688, nel 1712 venne abbellito il prospetto grazie alle 12 statue degli apostoli in pietra stuccata. Ospita i 20 gruppi scultorei dei Misteri di Trapani, gruppi di statue di legno ricoperte di tela e colla che rappresentano la passione di cristo e che vengono portate in processione il Venerdì Santo seguite da processionanti ed accompagnati da nenie funebri.
CATTEDRALE DI SAN LORENZO
Risalente al XIV secolo ed eretta a parrocchia nel 1421, ha assunto il suo attuale aspetto nel 1748 con la realizzazione di alcuni elementi aggiuntivi quali le cappelle laterali, il coro, il campanile. L’interno a tre navate custodisce, tra le altre, una Crocifissione attribuita al pittore fiammingo Van Dyck ed un Cristo morto in pietra locale detta incarnata. Sempre all’interno, di notevole pregio, sono gli stucchi in stile neoclassico ed i dipinti ad affresco della volta. La chiesa venne eletta a Cattedrale nel 1844 con bolla di Gregorio XVI spodestando la Chiesa di S. Agostino.
CHIESA DEL COLLEGIO DEI GESUITI
Costruita nel 1596 grazie alle donazioni del Senato e di Mariano Mongiardino, alla chiesa venne annesso il Collegio, oggi sede del Liceo Classico “L. Ximenes” e della Casta, in passato adibita a Tribunale. La facciata presenta un primo ordine caratterizzato da cornici, paraste e timpani spezzati ed un secondo arricchito da elementi barocchi, volute, statue ed una finestra centrale. L’interno, a tre navate, ha colonne ed archi a serliane; le pareti sono decorate con stucchi di Bartolomeo Sanseverino, allievo del Serpotta, e da marmi. Grazie ad un recente restauro ed alla possibilità di fruizione è possibile ammirare un’icona marmorea raffigurante l’Immacolata ed il pregiato armadio ligneo della sacrestia.
CHIESA DI SAN AGOSTINO
Ex cappella dei templari e dedicata nel 1101 a San Giovanni Battista, venne concessa da Federico III d’Aragona ad i padri Agostiniani che la ristrutturarono ed ampliarono conferendole l’attuale aspetto con unica navata ed abside poligonale, facciata a capanna ed ampio rosone.
Si noti la somiglianza tra il rosone della chiesa di Sant’Agostino e quello della Matrice di Erice. In entrambi i casi sono rappresentati i simboli delle tre principali religioni monoteiste. - Le rosette traforate e arabeggianti tipicamente musulmane; - Le due ebraiche stelle di David; - L’Agnus dei centrale, simbolo del cristianesimo. Il rosone richiama inoltre il paradiso terreste, altro simbolo cristiano, quasi a voler intendere un giardino di pacifica convivenza tra le tre diverse religioni. Si dipartono da lì le dodici colonne rappresentanti le ere astrologiche, rendendo i rosini dei giganteschi calendari in cui ogni quadrante rappresenta una di esse. |
Sopra il portone, all’interno di una nicchia, una gaginesca Madonna col Bambino.
Nel XIX secolo la chiesa venne chiusa al culto ed i bombardamenti del 1943 distrussero l’abside, in seguito ricostruita. Oggi sconsacrata viene adibita a mostre temporanee.
CHIESA DI SAN PIETRO
La Chiesa di San Pietro è tra le più antiche della città. La struttura originaria risalente al periodo paleocristiano, venne ristrutturata ed ampliata nel 1076 per volontà del re Ruggero d’Altavilla. Secondo la storia fu proprio qui che venne donato alla città lo stendardo sottratto ai Turchi da Carlo V nel 1535. Nel 1775 venne fatto l’ultimo rimaneggiamento, che è quello arrivato sino a noi, su progetto dell’architetto Giovan Biagio Amico nel 1775. Il suo assetto basilicale a cinque navate la rende unica in città. Al suo interno spiccano un quadro raffigurante Gesù Cristo che chiama Sant’Andrea all’apostolato del Carreca, un San Paolo di Marcello Provenzano ed un Crocefisso ligneo di Giuseppe Milanti. Di notevole pregio è l’organo, costruito dal palermitano Francesco La Grassa tra il 1836 e il 1847, e restaurato di recente. Composto da ben sette tastiere, ottanta registri e 5000 canne, è considerato il più grande organo d’Europa.
CHIESA DI MARIA SS. ANNUNZIATA
La cappella originaria fu costruita a metà dell’XI secolo dai Padri Carmelitani. Conseguente la scelta di questo luogo per ospitare la statua della Madonna con Bambino, intorno ad essa fu innalzata una chiesa più ampia. La facciata, rimasta quella originale, è in stile gotico e presenta archi ogivali con decorazione a denti di sega con statue dell’Annunciazione ai lati. Sulla destra spicca un maestoso campanile barocco. L’interno, ristrutturato seguendo lo stile settecentesco, è a navata unica con varie cappelle alle spalle dell’abside. Tra queste vi è quella intitolata a Sant’Alberto, patrono della città, che accoglie la statua argentea del Santo; e le due dedicate ai Pescatori e ai Marinai che hanno contribuito alla realizzazione della chiesa stessa. Alle spalle dell'altare maggiore vi è la Cappella della Madonna, nucleo originario della chiesa. Ad essa si accede attraverso un arco rinascimentale gaginesco chiuso da un cancello in bronzo del 1591. La cappella, meta di numerosi pellegrinaggi, è dominata dalla trecentesca statua marmorea della Madonna di Trapani. Alla Madonna di Trapani sono stati attribuiti diversi miracoli che le hanno portato fama ed alla quale sono stati donati numerosi ex voto. La tradizione vuole che la statua sia stata condotta in Italia dall’isola di Cipro per sottrarla ai Mori e che una violenta tempesta indusse la nave a fermarsi a Trapani dove restò.
Leggenda:
CHIESA DI SANTA MARIA DELL’ITRIA (VIA GARIBALDI)
Sorta su una chiesa già esistente, venne donata a Francesco di Santo, padre agostiniano, nel 1621 con la clausola di edificare un oratorio accanto alla chiesa per la confraternita di Santa Maria dell’Itria e di non modificarne il nome. Per questi accordi la facciata e l’interno, a tre navate, vennero ristrutturati. Il prospetto presenta nel primo ordine due nicchie, oggi prive di statue, tra colonne corinzie. Mentre nel secondo una grande finestra in corrispondenza del portone d’ingresso. A coronamento della facciata è situato lo stemma degli Eremiti di Sant’Agostino. L’interno presenta dipinti di Andrea Carreca e Pietro Novelli mentre sull’altare maggiore è sistemato il gruppo scultoreo in legno, tela e colla raffigurante la Sacra Famiglia, compiuto da Andrea Tipa.
CHIESA DI SAN DOMENICO (PIAZZETTA SAN DOMENICO)
Nel 1289 Giacomo d’Aragona concesse ai padri domenicani una piccola cappella che venne ampliata ed annessa ad un convento nel XIV secolo e dedicata a Santa Maria La Nova. A navata unica con dieci cappelle laterali, agli inizi del ‘300 venne costruita una cappella funeraria in cui fu sepolto, secondo tradizione, Manfredi, figlio di Federico III d’Aragona, morto bambino cadendo da cavallo. Nel 1700 venne aggiunta, per accogliere la statua di Cristo in croce del 1200, la cappella del Crocifisso. Della struttura originaria rimangono l’abside e la cornice del rosone. Risalente probabilmente ai primi del 1400 la torre campanaria.
CHIESA DI SANTA MARIA DEL SOCCORSO O BADIA NUOVA (via Garibaldi)
La sua costruzione originale, dedicata a Santa Sofia, si fa risalire al 536 ad opera di Belisario, che la fece edificare come chiesa di rito greco. Riedificata ed ampliata con l’annesso monastero intorno al 1640, la chiesa venne affidata alle monache domenicane di Santa Caterina. Della costruzione originaria rimane il pavimento a tarsie in marmi policromi ed il portale d’ingresso sormontato da una statua, di Cristoforo Milanti, ritraente la Madonna del Soccorso. L’interno, a navata unica, presenta un abside quadrangolare ed effetti pittorici di gusto cromatico – spagnolesco. Nelle varie cappelle sono custoditi dipinti di Santa Caterina, di Andrea Carreca, di San Domenico, opera di Pietro Novelli e la Madonna del Rosario di Guglielmo Borremans. Il monastero è oggi sede dell’Intendenza di Finanza.
CHIESA SAN LIBERALE (piazzetta San Liberale)
Venne costruita nel XV secolo dai pescatori di corallo che la dedicarono al loro santo protettore. La chiesa si eleva su scogli a picco sul mare ed il prospetto è realizzato con tufo di Favignana. Dopo alcune opere di recente restauro è stata riaperta al culto.
CHIESA SAN FRANCESCO D’ASSISI (via Barlotta)
La chiesa ed il convento attiguo sorgono, nella seconda metà del XVI secolo, su un preesistente complesso, risalente al 1272 e commissionato dal frate francescano Angelo da Rieti dei Minori Conventuali, giunto a Trapani nel 1224. La chiesa, dedicata all’Immacolata Concezione, venne completata da padre Bonaventura Certo nel 1672. L’ interno è a croce latina con navata unica e cappelle laterali. Alle pareti le sculture raffiguranti le Virtù Morali sono state realizzate dal trapanese Cristoforo Milanti. Il portale in stile classicistico venne inserito nel XVIII secolo dall’architetto Giovanni Biagio Amico abbellendone l’ingresso.
CHIESA SANTA MARIA DEL GESÙ (via Santa Elisabetta)
Costruita con l’annesso convento nel XVI secolo per i padri Francescani Osservanti con pianta analoga a quella del duomo di Monreale. La facciata a conci, di forme miste gotico-rinascimentali, ha un bel portale ogivale sovrastato da una nicchia a forma di conchiglia. L’interno è a tre navate divise da arcate a tutto sesto. I quadri con San Domenico e San Francesco di Vincenzo Carreca, San Diego e la “Porziuncola” di Domenico La Bruna, il baldacchino marmoreo di Antonello Gagini nonché la “Madonna col Bambino circondata da angeli” di Andrea della Robbia rendono la chiesa una tra le più significative di Trapani. Il convento venne ceduto alla Provincia nel 1879. Danneggiato durante la seconda guerra mondiale, venne successivamente distrutto.





